MISINTADIGITALBOOKS

MISINTADIGITALBOOKS

MISINTADIGITALBOOKSFigura 1. Immagine della strumentazione complessa detta MISINTADIGITALBOOKS.
Si possono osservare le varie componenti: uno scanner a
colonna di qualità ottimale per scansioni di libri a 600 dpi; un computer
per l’acquisizione e la postproduzione delle immagini; un sistema portalibri
con regolazione “manuale” della posizione delle pagine aperte che
asseconda la quantità di pagine sul piatto sinistro e destro (la manualità
del meccanismo permette una sensibilità ottimale della pressione del
vetro sulle pagine); un tavolino ed un tendalino permettono una libertà di
posizionamento all’interno di una biblioteca indipendentemente da luci
parassite a soffitto.

MISINTADIGITALBOOKS (Figura 1) nasce nell’ambito della collaborazione tra la Biblioteca Queriniana e l’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta” con lo scopo di trovare soluzioni semplici ed economiche per andare incontro a studenti e studiosi nelle loro ricerche bibliografiche. Si tratta di uno scanner con un computer e di una struttura progettata e realizzata ad hoc per facilitare la corretta digitalizzazione delle pagine dei libri utilizzati a scopo di studio e di ricerca.

L’impianto nel suo complesso si propone come alternativa alle fotocopiatrici, che nelle Biblioteche e negli Archivi permettono a studenti e studiosi di portarsi a casa il materiale di studio ed esaminarlo con calma in qualsiasi ora del giorno e della notte.

Da qualche tempo studiosi e curiosi hanno a disposizione una cospicua offerta di materiale librario, soprattutto antico, interamente digitalizzato e liberamente consultabile e scaricabile, disponibile sulle piattaforme di Google e di importanti Bibioteche nazionali e internazionali. A dispetto della gran quantità di pezzi digitalizzati, non sempre è possibile trovare ciò che si cerca e lo studio, in particolare quello su argomenti locali e di nicchia, deve necessariamente proseguire presso le biblioteche e negli archivi. Confidando nel buon cuore dei conservatori del patrimonio librario e archivistico, più che nella farraginosa, contraddittoria e ancora approssimativa disciplina in materia di riproduzioni digitali del materiale antico, lo studioso munito di fotocamera, di smartphone o di tablet può artigianalmente costituirsi una propria riserva digitale da adoperare a proprio piacere.

Molte Biblioteche e Archivi forniscono da tempo il servizio di digitalizzazione del materiale di studio per studenti e studiosi, ma con qualche limite: la digitalizzazione spesso non è immediata e talora comporta un esborso che, anche se modesto per poche riproduzioni, può diventare oneroso se le pagine sono tante. Da quest’ultimo punto di vista anche l’uso delle fotocopiatrici comporta qualche spesa, ma non si deve trascurare il forte impatto ambientale che la fotocopiatrice tradizionale comporta in termini di consumo di energia, di carta e di toner di difficile smaltimento.

La realizzazione quindi di una apparecchiatura semplice, ma efficiente, di digitalizzazione del materiale di studio gestita direttamente dagli utenti che autonomamente possano produrre pagine digitalizzate e portarle a casa con una “pennetta” di memoria flash ci è parsa la soluzione ideale per velocità ed economia.

La soluzione va vista anche in alternativa alle fotocopiatrici che sono necessariamente presenti in tutte le biblioteche, che hanno svolto il loro compito in tempi in cui non c’erano alternative, ma che attualmente possono essere considerate superate dagli attuali scanner a colonna per libri. A parte il limite di fornire solo una copia cartacea, la fotocopiatrice ha dei costi elevati d’acquisto, di esercizio, di smaltimento dei toner e di consumo della carta. Inoltre la manipolazione dei libri è notevole in quanto comporta la rotazione degli stessi ogni volta che si gira una pagina, quindi rigirati a pagine in giù e appoggiati al piano di scansione. Tutti gli scanner piani hanno questo difetto: ruotare di 180° il libro ogni volta che si gira una pagina, appiattirlo sul vetro di scansione è un trauma non indifferente per la legatura del libro e ben lo sanno quelli che per necessità di studio hanno fatto scansione di consistenti parti di libri.

Il problema della conservazione dell’integrità dei libri è stato risolto con l’introduzione degli scanner a colonna in cui il libro rimane fermo a pagine in sù e quindi non rimane che girare le pagine stesse.

E’ anche vero che esistono scanner piani il cui il piano di scansione termina sul lato lungo con un vetro ad angolo retto e permette quindi di appoggiare solo mezzo libro lasciando il resto penzolare di lato. Con questo scanner si digitalizza “una sola pagina” per volta, ma ha il vantaggio di evitare di stressare la legatura e resta in ogni caso una significativa manipolazione del libro: va alzato, ruotato, girata la pagina, rivoltato e riappoggiato sul vetro. Non solo non è risparmiata la manipolazione, ma è anche “time consuming” come direbbero gli anglosassoni, cioè un procedimento lungo e tedioso. Inoltre, proprio perchè rivolti ad un uso particolare, sono anche costosi. Essi sono molto meno costosi degli scanner planetari, ma molto di più di quelli a colonna per lo stesso formato.

Lo scanner per libri detto MISINTADIGITALBOOKS ha il suo punto di forza sull’accoppiamento di uno scanner a colonna per il formato A3 plus (altezza 33 x 43 cm) assieme ad una base “posa-libri” rispettosa della legatura in quanto permette al libro di essere aperto da 180°, ma con il dorso accolto tra i due pieni che sorreggono le copertine oppure a 120° compatibilmente con lo stato attuale della sua legatura onde evitarne lo stress ed ulteriori danni.

piano scansione obliquo con vetroFigura 2. Un libro aperto a 180° per la scansione di una immagine che comprenda due pagine, ma che può essere trasformata in due immagini: pagina sinistra e destra, se lo richiede la presentazione on line di immagini a singola pagina. Il riflesso del vetro è annullato dalla luce generata dal sistema di illuminazione fredda attiva durante la scansione stessa. Inoltre, altri riflessi parassiti dovuti per esempio a lampade a soffitto vengono schermate dal tendalino soprastante.

Libro aperto a 180°

Il libro viene aperto completamente e le due coperte si trovano sui piani di appoggio
(ricoperti in morbida gommapiuma nera) così da permettere alle pagine da digitalizzare di
trovarsi sullo stesso piano (Figura 2). Man mano che le pagine vengono girate i piani possono essere posizionati ad altezze diverse mediante un sistema meccanico a pantografo. Le manovelle per il posizionamento “manuale” (Figura 3) dei piani su cui poggiano le coperte dei libri permettono di apprezzare l’entità della pressione del vetro
sulle pagine e di regolarla di conseguenza in modo tale da non danneggiare le pagine e/o
la legatura. In tal modo i piani su cui posa libro si adattano allo spessore delle pagine rimanenti a destra e sinistra in modo e le pagine da digitalizzare si trovano sempre sullo stesso piano. I piani regolabili manualmente in altezza possono essere distanziati lateralmente in modo da permettere al dorso aperto di non essere compresso.
Non forzando l’apertura delle coperte su un piano unico, anzi creando uno spazio regolabile a piacere tra i due piatti, la legura del libro per adattarlo allo spessore del dorso, permetterà di non stressare la legatura che può essere aperta facilmente a 180° senza soffrirne.
I libri aperti a 180° sono tutti quelli che aperti coprono una superficie massima di 33 x 46
cm. (A3 plus).

piatti mobili in altezza e lateralmenteFigura 3. Dettaglio del sistema “manuale” di regolazione dei piani su cui appoggiano le coperte dei libri che permette di non forzare la legatura soprattutto il dorso. I piani
sono regolabili in altezza mediante la rotazione delle manovelle e in
lateralità, lasciando spazio tra le due coperte, mediande un sistema
di slittamento laterale delle stesse.

appoggio a 120 gradiFigura 4. Un libro che supera in altezza i 30 cm può essere posizionato ruotato di 90° su un sostegno a 120°. In tal modo si effettua la digitalizzazione di una singola pagina. Con questo semplice sistema si possono digitalizzare libri fino a 46 cm di altezza.

Libro aperto a 120°

Nel caso in cui le coperte del libro sono rigidamente legate, o comunque in libri con legature antiche, in cui è sconsigliabile la completa apertura, una rotazione dello stesso con appoggio su un sostegno posto a 120° può essere utile per produrre immagini delle pagine perfettamente piane. Il libro va ruotato in modo che solo una pagina stia sul piano di digitalizzazione (Figura 4) e l’altro sia tenuto in posizione sul sostegno laterale posto
a 120° che sostiene adeguatamente il libro. Tutte le superfici sono ricoperte da una morbida gommapiuma per evitare di danneggiare libri particolarmente pesanti o delicati per la loro età o per danni pregressi. In questa posizione si possono digitalizzare libri le cui pagine singole arrivano fino a 33 x 46 cm (formato A3 plus) ed il libro aperto arriva a 46 x 66 cm (formato A2 plus).

Libri digitalizzati

La qualità dello scanner, adeguatamente settato, e un adeguato hardware e software permettono di fare le scansioni delle pagine di libri dal formato A3 (doppia pagina) al formato A2 (pagina singola). Le immagini possono essere lavorate in sede di postproduzione per correggere inquadratura, tono, contrasto e quanto necessario con un software adeguato ed infine esportate in file TIF, JPG e PDF.
Inserendo assieme ai file immagini i metadati amministrativi e gestionali è possibile
gestire tutti i dati al fine della pubblicazione su un sito internet che può essere quello della
biblioteca stessa cui appartengono i libri, ma anche un portale specifico per la diffusione on line dei libri digitalizzati.

FG

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