Visita guidata a “De arte et misterio stampandi libros”. Libri a Brescia alla fine del XV secolo.

Con la presente vi invito a partecipare all’incontro previsto a fine mese in visita alla Biblioteca Queriniana, nell’ottica dell’evento Brescia e Bergamo capitali della cultura per l’anno 2023.

DATI

– Ora e luogo dell’incontro: h 10,00, sabato 30/settembre/2023, c/o atrio antico della Biblioteca Queriniana.

– Titolo De arte et misterio stampandi libros“. Libri a Brescia alla fine del XV secolo.

– Accompagnatori e guide d’eccezione. Dott. Ennio Ferraglio e/o dott.ssa Anna Rota

– abstract:

De arte et misterio stampandi libros” è il titolo della sezione bresciana della mostra, ospitata nelle sale antiche della Biblioteca Queriniana ed articolata attorno ad una selezione di incunaboli appartenenti alle collezioni della stessa biblioteca. L’espressione utilizzata per il titolo è ricavata da un atto notarile del 1472, relativo ad una società per la stampa di libri tra i cui soci fondatori figurava Pietro Villa, uno dei primissimi stampatori bresciani.

L’arte tipografica, giunta in Italia a metà degli anni ’60 del Quattrocento, fece ben presto la sua comparsa anche a Brescia. Studi recenti hanno infatti attribuito al 1471-72, in ritardo soltanto di due anni rispetto a Venezia ed in contemporanea con Milano, il primo libro stampato nella nostra città, frutto della collaborazione tra il maestro di grammatica e copista Tomaso Ferrando ed il francese Stazio Gallo, vincolato da un contratto con il quale si impegnava ad insegnare al proto-tipografo bresciano omnia secreta dell’arte fideliter ac fraterne ac sine ulla occultatione.

Nel periodo tra i primi anni ’70 e la fine del secolo, la vivacità culturale bresciana, nonostante l’assenza dei tradizionali motori laici della cultura, ovvero una Corte o una Università, si rispecchiò soprattutto nella presenza di numerosi magistri titolari di scuole di ogni ordine e grado, tra i primi committenti del libro e accanto ad una variegata schiera di “professionisti” della parola e della scrittura, che necessitavano di libri non tanto – o non solo – per svago e cultura personale, bensì in ragione della propria professione, condizione e ruolo sociale: notai, giureconsulti, commercianti, segretari e, soprattutto, nei monasteri cittadini, la folta popolazione di religiosi che richiedevano libri per lo studio, la preghiera e le attività quotidiane.

– Curriculum in sintesi:

ENNIO FERRAGLIO, responsabile del Servizio Biblioteche del Comune di Brescia, è direttore della Biblioteca Queriniana. Allo studio del libro antico, nell’ambito del quale ha pubblicato numerosi contributi, saggi e monografie, affianca da anni un’intensa attività di divulgazione e di promozione della conoscenza di tematiche che riguardano il libro antico e la storia della scrittura e della lettura nei secoli.

ANNA ROTA, bibliotecaria presso il fondo antico della Biblioteca Queriniana, si è laureata in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Udine con una tesi in Bibliologia sulla famiglia degli editori bresciani Marchetti, di cui ha pubblicato un saggio.

Entrambi sono tra gli autori del catalogo e curatori della mostra “Che tipi a Bergamo e Brescia! I più antichi libri a stampa testimoni di una rivoluzione”, allestita in Biblioteca Queriniana in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.Ferraglio-Queriniana

Mercoledì 20 settembre, conferenza del prof. Giuseppe Nova

Socie e soci buonasera, vi comunico che il giorno 20/c.m. il nostro socio Giuseppe Nova terrà da par suo, una interessante conferenza riguardante la storia della nostra città o, meglio, la storia del nostro STEMMA COMUNALE.

– Conferenza: mercoledì 20/settembre/2023, alle ore 17,30

– Luogo: salone conferenze Emeroteca Queriniana, ultimo piano con accesso dallo scalone Anagrafe Broletto

– Titolo: “Signum Comunis Brixiae”, ovvero: storia dello stemma di Brescia.

Nova-stemma di Bresciai

– Abstract:

Sulla base di recenti e personali ricerche e sui documenti, in gran parte inediti, che nel tempo sono riuscito a raccogliere, sono oggi in grado di aggiornare la storia del nostro stemma, a partire da quello che era il semplice “Signum ad arma Populi Brixiae”, cioè lo stemma del Popolo Bresciano (i “milites” al servizio del Capitano del Popolo), fino all’ufficializzazione, prima in Età Scaligera e poi in Età Viscontea, del “Leone rampante” come solo ed unico stemma della città di Brescia. La ricerca inizia in Età Comunale (XII secolo) e, attraverso l’Età delle Signorie, arriva fino all’Età Veneta. Renderemo poi conto degli “sgradevoli” sviluppi che interessarono il nostro stemma in Età Napoleonica, dopodiché affronteremo l’Età austriaca ed il Regno d’Italia con l’intervento e le decisioni della Consulta Araldica Reale. La storia dello stemma di Brescia si conclude in Età Repubblicana ed al decreto comunale del 30 luglio 1992 che fisserà i contenuti “moderni” del nuovo stemma, tuttora in vigore. Una cronaca che percorre quasi un millennio di storia patria.

-Curriculum:

Storico e ricercatore dell’arte cartaria e tipografica bresciana, appassionato cultore e divulgatore dell’antica tecnica incisoria e cartografica, studioso e saggista di storia patria, inizia, subito dopo la laurea in economia e commercio, a gestire la libreria rilevata dal padre da una società francese che curava tutti i servizi presso la stazione ferroviaria della città. Comincia, in quegli anni, non solo la passione per il libro antico e i primi studi sulla storia della stampa locale, ma anche la collaborazione con la Galleria Magenta di Armando Arici, specializzata in grafica antica, e con la Fondazione Civiltà Bresciana, presieduta dal compianto monsignor Antonio Fappani e di cui ancora oggi Nova fa parte del Comitato Scientifico. Attorno all’inizio degli anni Novanta inizia un’accurata e scientifica catalogazione di tutto il materiale grafico, soprattutto dell’area tedesca e fiamminga, del fondo paterno e della Collezione Arici. Nell’ottobre del 1997 è chiamato a tenere, in Broletto, una conferenza sulla xilografia tedesca del XV e XVI secolo e, subito dopo, è chiamato a collaborare con l’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”, di cui oggi è membro del Comitato Direttivo. Nel 2000 sotto l’egida della Fondazione Civiltà Bresciana, nella collana “Strumenti di Lavoro”, pubblica il volume Stampatori, librai ed editori bresciani in Italia nel Cinquecento, primo tomo di quella che sarà la storia della tipografia bresciana in cinque volumi. Attualmente collabora anche con l’Associazione Arnaldo da Brescia, con il Museo Diocesano, l’Ateneo di Salò e il Camus di Breno e altre varie realtà culturali bresciane, per i quali ha pubblicato saggi, fatto articoli e organizzato mostre.

Nel giugno 2011 è stato insignito del Premio alla Brescianità dalla Fondazione Rotary Club Brescia Ovest e nel febbraio 2012 del Premio della Brescianità Santi Faustino e Giovita dell’Ateneo di Brescia e della Fondazione Civiltà Bresciana.

Martedì 12 settembre, ripresa delle attività con la conferenza del prof. Giancarlo Petrella

Socie e soci, riprendiamo, a metà settembre circa, la nostra attività dopo la pausa estiva.

Prossimo incontro:

– 12/settembre/2023, alle ore 17,30, presso l’Ateneo di Brescia

– Conferenza dal titolo: “Postillate gente, postillate!” Marginalia, postille e lettori tra le pieghe degli antichi volumi a stampa.

– Relatore: Prof. Giancarlo Petrella

locandina petrella

– Abstract:

Cos’è un postillato e da dove giunge l’interesse degli ultimi decenni per l’affascinante universo dei libri a stampa con note manoscritte? A lungo considerati alla stregua di libri deturpati, i postillati hanno conosciuto nei secoli alterne fortune. Interventi manoscritti e segni di lettura aprono ora nuove prospettive non soltanto per la storia del libro ma anche per gli studi filologico-letterari. Con i postillati è il lettore a prendere la scena, colto nell’atto di dialogare con il testo e di appropriarsi del manufatto che lo trasmette, facendo sovente del libro il supporto per divagazioni e integrazioni. Tali annotazioni, che concorrono a delineare la storia del singolo esemplare, ne rappresentano la storia pregressa, rispondono alla domanda se il libro sia stato davvero letto, chi lo abbia letto e come. Possono questi interventi ricondursi a una qualche forma di tipologia descrittiva? L’intervento del Prof. Giancarlo Petrella, tra i massimi studiosi dell’argomento e autore del volume Scrivere sui libri. Breve guida al libro a stampa postillato (Roma, Salerno ed., 2022), offre una riflessione aggiornata accompagnata da un’ampia casistica esemplificativa che spazia dalle dichiarazioni di possesso ai marginalia di commento, dagli interventi censori alle divagazioni di chi esercitò nei secoli la pratica di scrivere sui libri.

 – Profilo autore:

Giancarlo Petrella (1974), bibliografo e storico del libro a stampa antico, è Professore Ordinario di Storia e conservazione del patrimonio librario e di Bibliografia presso l’Università Federico II di Napoli; è inoltre docente di Storia del Libro presso la Scuola Superiore Meridionale di Napoli. Coordinatore del Curriculum Archivi e Biblioteche del Dottorato Nazionale HS Roma La Sapienza, è membro del comitato scientifico delle riviste «La Bibliofilia» e «Paratesto», ha fondato e dirige la rivista dedicata al libro a stampa illustrato «L’Illustrazione». È autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche e di una decina di monografie dedicate alla produzione, circolazione e conservazione del libro a stampa tra Rinascimento ed Età Moderna.