VI secolo. CODICE PURPUREO BRIXIANUS. Evangeliario antegeronimiano purpureo

CODICE PURPUREO BRESCIANO. Evangeliario antegeronimiano purpureo

c 001 pg singolaCODICE PURPUREO IMG_0003CODICE PURPUREO IMG_0017Bibbia (Vangeli). Codice Purpureo o Codex Brixianus, senza segnatura.
Sec. VI. Italia settentrionale.
Membranaceo; mm 28ox215 (185×120); ff II (sec. XIII), 418, III’ (sec. XIII); numerazione recente a matita nell’angolo superiore destro. Testo a piena pagina, 20 linee.
Fascicolatura: 1-2/8 3/6 4/8 5-6/4 7-9/3 10/6 11/10 12/6 13/9 14-19/8 20/10 21-30/8 31/10 32-45/8 46/10 47-52/8 53/7; lato carne all’esterno, rigatura a secco sul lato carne, uno o due ff. per volta; numero d’ordine dei fascicoli nell’angolo inferiore destro.
Scrittura onciale calligrafica in mica d’argento con titoli in oro, di due mani. I ff. di guardia provengono da un codice giuridico del sec. XIII, in scrittura gotica libraria su due colonne.
Ornamentazione: i Canoni eusebiani, ai ff. 1r-35v, sono inquadrati dal disegno lineare di colonne e timpani; in calce al testo dei Vangeli vi sono nuovamente i Canoni inquadrati da colonnine e piccoli archi a tutto sesto alternati ad altri a sesto acuto.
Legatura moderna di restauro, degli inizi del sec. XX a imitazione di una legatura più antica, in assi di legno ricoperte di pelle scura, impressioni a secco; fermagli, cantonali e borchie del sec. XVI.
Il codice, proveniente dal monastero bresciano di S. Salvatore – S.Giulia, venne acquisito dalla Biblioteca Queriniana nel 1797.
ff. 1r-35v: EUSEBIUS CAESARIENSlS, Canones Evangeliorum. «[mutilo] et dixerunt ad Iesum audis quid isti dicant … ». Expl. « … hora tenia et crucifìxerunt eum. Explicit Canon X Marci». Contiene i canoni 5-6, 8-10.
ff. 36r-37v: Prefazione. Inc.: «Sanctus Petrus apostol us disci pul us .. . ». Expl.: « … pro qua rauone posm sunt sed quod [mutilo] ».
ff. 39r-418v: Vangeli. Inc.: «Liber generationis Iesu Christi .. . ». Expl.: « … iterum cui adstabant dixerunt Petro uere ex illis es [mutilo] ».
I Vangeli, nella versione antegeronimiana, sono nell’ordine: Mt, Gv, Le, Mc.

Bibliografia
Bianchini 1740, pp. 381-402; Bianchini 1749, I, pp. 2-46; Sala 1843, pp. 35-37;
Odorici 1845, II, p. 70; Ranke 1873; Burkitt 1899-1900, pp. 129-134; Draeseke
1908, pp. 107-117; Traube 1909, p. 177; Codex 1927, p. 55 e passim; Vogels 1929,
p. 10; Boeckler 1930, p. 8; Lowe 1938, p. 3, n. 281; Merlen 1938, pp. 355-366;
Nordenfalk 1938, pp. 263-269, 283 tav. 160; Kunstschatze 1949, pp. 113-114, n.
180; Guerrini 1950, pp. 100-113; Nordenfalk 1957, p. 98; Bresciani 1951, n. I;
Bresciani 1959, pp. 79-85; McGurk 1961, pp. 85-86, n. 93; Panazza 1961, pp. 551,
555; Gamber 1963, p. 119, n. 88b; Karl der Grosse 1965, p. 233, n. 388; Cau 1968,
pp. 3-26; Henss 1973; Bologna 1988, p. 50; Gryson 1990, p. 33, n. 10; Bischoff
1992; Muzzi 1994, pp. 61-67; Busani 1996, pp. 12, 38, 79; Bologna 1999, pp·
56-57; Benelli 2000, p. 528, n. 505; Pisano 2000, pp. 31-32; Vian 2000, pp·
139-140; Gavinelli 2003, p. 13; Pergamena 2004, p. 38, n. 2; Krone und Schleier
2005, pp. 262-263, n. 135; Beginning 2006, pp. 238-239, 306.

da FERRAGLIO ENNIO, Manoscritti della Biblioteca Queriniana, I, (Secc. V-XIV), Annali Queriniani, Monografie – 12, Compagnia della Stampa, 2010.

Evangeliario antegeronimiano purpureo (Codex Brixianus) -BQBs. S. N.

Più noto come Codex purpureus per il colore della sottilissima pergamena imbibita di porpora, il sontuoso Evangeliario, ora mutilo di quattro fascicoli iniziali e nel finale, è tradizionalmente aperto dai Canones eusebiani per le concordanze evangeliche, distribuiti entro arcate classiche essenziali. Vi intervengono due copisti che esibiscono un’onciale matura in inchiostro d’argento.
Il primo, dal tratteggio più fluido, eseguì la sezione con le tavole canoniche e l’Epistola di s. Pietro (ff. 36r-38r), riservando l’uso dell’oro per i tituli dei Canones (ff. 1r-34v). Il secondo, più artificioso, trascrisse il testo evangelico evidenziando con l’oro le prime tre linee dei singoli vangeli, disposti secondo la cosiddetta sequenza occidentale, che anteponeva i due apostoli Matteo e Giovanni rispetto ai discepoli degli apostoli Luca e Marco, qui interrotto a XIV, 70. Il ricorso alla porpora e all’oro, di influsso bizantino, e la peculiarità del testo biblico (che contamina la Vetus Latina antegeronimiana con lezioni della Vulgata di s. Gerolamo e della versione gotica eseguita nel sec. IV dal vescovo ariano Ulfila), confortano l’ipotesi di una committenza elevata presso un atélier localizzabile a Ravenna. Il clima di rinascita culturale romano-gotica, avviata da Teodorico con il sostegno istituzionale della Chiesa ariana, avrebbe infatti comportato la creazione di un centro di studi biblici legato alla corte, specializzato nella produzione di lussuose edizioni bilingui latino-gotiche.
La presenza in calce a ogni foglio di una seconda serie di concordanze evangeliche di tradizione siriaca, disposte all’interno di un colonnato corinzio, sovrastato da arcatelle di simile esecuzione, ne accomuna in effetti la provenienza dallo stesso centro scrittorio del coevo Codex Argenteus (ora Uppsala, Universitetsbibl., DG 1), sempre in argento su pergamena purpurea, ma con la versione gotica dei vangeli.
I fogli di guardia contengono trattati di diritto canonico del sec. XIII. Come prezioso donativo di epoca longobarda o carolingia l’Evangeliario purpureo confluì nel tesoro del monastero bresciano di S. Salvatore-Santa Giulia, dove sfuggì alle replicate spoliazioni, fino al suo trasferimento nel 1798 alla Biblioteca Queriniana nel corso delle soppressioni napoleoniche.
SIMONA GAVINELLI

AA.VV., Dalla Pergamena al Monitor, I Tesori della Biblioteca Queriniana, La stampa, il libro elettronico. Editrice La Scuola, 2004.