Docente dell’Università Cattolica -sede di Brescia –
di Storia del giornalismo.
Membro del Comitato scientifico della Fondazione Civiltà Bresciana.
Membro del Consiglio di redazione della rivista “Brixia Sacra”.
Membro del CdA della “Fondazione Micheletti”.
Presidente incoming del Rotary Brescia.
Presidente dell’ “Associazione Amici di Lino Poisa” editrice dei Rotary bresciani.
Premio “Città di Brescia – Laura Bianchini” XIII edizione assegnato nel 2002
per L’impegno culturale.
Ha pubblicato una trentina di studi relativi alla storia di Brescia ed in particolare all’epoca malatestiana di cui l’ultimo“Pandolfo Malatesta, signore di Brescia, Bergamo e Fano” ed. Morcelliana 2012.
Insignita il 2 giugno 2011 con Decreto del Presidente della Repubblica dell’Onorificenza di “Cavaliere” dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.
“Un inedito Registro di Pandolfo Malatesta del XV secolo” rimasto a Brescia. Di Elisabetta Conti.
Partendo dall’assunto che i Malatesta furono anche imprenditori agricoli, è interessante partire dal registro 74 della sezione Mensa dell’Archivio della Curia di Brescia che descrive in primo luogo le attività di gestione dell’azienda agricola del castello di Clusane d’Iseo nel Bresciano.
Il registro 74 è un cartaceo, rilegato in pergamena, con banda e affibbiatorio in pelle. Il piatto anteriore riporta le lettere A e B e la data 1415 in caratteri gotici. La numerazione dei fogli va da carta 2 a carta 95. Gli anni di compilazione sono il 1414-1415-1416.
La scrittura è di un’unica mano. Il compilatore del registro è Lanfranco da Tagliuno (paese del bergamasco nelle vicinanze di Clusane d’Iseo) che è fattore, insieme a Lorenzo de’ Gambi, “in la Valle di Ysè del magnifico et excellentissimo segnore misser Pandulffo de Malatesta (c.89 v) “segnor de Brexa” (c. 85 v).
Il registro è un inedito del periodo malatestiano eccezionalmente rimasto in Brescia e conservato nell’Archivio della Curia dalla fine del XVIII o dai primi del XIX sec. Infatti i documenti ed i registri relativi alla signoria malatestiana di Brescia furono riportati a Fano da Pandolfo III quando fu cacciato dalla città nel 1421.
Il registro 74, appartenente alla “Casa” malatestiana, è un partitario di dare e avere dove sono diligentemente annotate le spese, le riscossioni, i prestiti concernenti la gestione economica ed agraria del castello di Clusane nonché le obbligazioni ed i gravami con le relative specificazioni ed indicazioni dei nomi dei contraenti o interessati alle varie operazioni.
Il registro 74, dopo un’attenta lettura, si presenta come un affresco di vita quattrocentesca all’interno di un’azienda agricola malatestiana; è animato, infatti, da tanti personaggi che entrano in relazione con Lanfranco da Tagliuno, fattore di Pandolfo III signore di Brescia, attraverso le annotazioni di spese, riscossioni, prestiti, obbligazioni e gravami concernenti la gestione economica ed agricola del castello di Clusane d’Iseo.
Nel partitario vengono indicati i prodotti agricoli coltivati e che sono ancor oggi i prodotti tipici della zona del lago d’Iseo e della confinante Franciacorta: “formento, mey, vino, orzo, fava, melga, castegne e marò, feno, faxoli, segal, cisergia, spelta”.
I personaggi che si muovono ed entrano in rapporto col fattore Lanfranco sono per lo più manenti, lavorenti e maestri stipendati dal Malatesta, ma appaiono anche molti altri soggetti che svolgono i più diversi mestieri: “famey o famiglio, vicario, canzelero, mareschalgo, seschalgo, cogo, factor generalle, soldado, spendidor” oltre naturalmente al castellano della rocca di Clusane.
In conclusione, le voci relative alle entrate e alle uscite riportate dal registro 74 offrono un significativo quadro della signoria di Pandolfo III Malatesta in terra bresciana, proprio perchè, analizzando tali partite, è possibile ricostruire, con buona approssimazione, gli eventi gestionali che caratterizzano l’azienda agricola collegata al castello di Clusane, nonchè la misura delle imposizioni e delle tasse versate alla signoria dai contribuenti bresciani per la difesa ed il mantenimento del “buono stato” della città e del contado.